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Intervista: Erika cantautrice siciliana "...ma in generale di questa splendida arte è proprio l


  • Ciao Erika cominciamo con una domanda di rito, Quando si è sviluppata la tua passione per la musica?E quali le tue influenza musicali? ( da un primo ascolto si direbbe anche la prima Amy Winehouse)

Ciao a voi e grazie mille per aver deciso di darmi spazio all’interno della vostra rubrica! Non c’è un momento esatto nel quale poter collocare l’inizio della mia passione. Credo sia quasi un cliché, ma canto da quando respiro. Sin da bambina mi dilettavo ad interpretare le canzoni dei ‘grandi’, probabilmente influenzata dalla passione per la musica che mio papà fin da dentro la pancia di mia mamma mi ha trasmesso. Ascoltavo i Pink Floyd e gli Eagles ancora neonata, accompagnati da De Andrè e De Gregori, per citarne alcuni. Mia madre invece era più ‘tradizionale’ e insieme ascoltavamo Laura Pausini. Sono state proprio le sue le prime canzoni che cantavo, arrabbiandomi quando non riuscivo a raggiungere quelle tonalità. Nonostante oggi i miei gusti musicali si siano allontanati dagli artisti sopra citati, non nego che ho ancora inflessioni nel modo di cantare o di produrre che li ricordano.Amy è il mio grande amore. Credo che una voce e una personalità come la sua non nasceranno mai più; era capace di trasmettermi ogni sua sensazione, potevo fare mia persino la sua disperazione. Mi correggo; ‘posso far mia’, perché il grande dono della sua musica, ma in generale di questa splendida arte è proprio l’immortalità. A lei nell’olimpo delle mie Dee si affiancano Lady Gaga e Beyoncè sopra tutte. Da qualche anno poi ho scoperto anche Dua Lipa e in quel momento è avvenuta la mia ‘epifania’. Ascoltando ‘Be the One’ho capito finalmente quale fosse il genere che volevo far mio. In questo periodo invece in ogni mia playlist trovate Tash Sultana, una ragazza australiana che ha un talento indescrivibile e che suona qualunque cosa da sola su un palco. Ascoltatela; la sua voce è AMMALIANTE.

  • Cosa ne pensi dei talent show? Giocherai anche tu questa carta per far guadagnare visibilità alla tua musica?

  • Penso che i Talent così come qualunque altra esperienza possano essere vissuti con accezione positiva o negativa. É innegabile che oggi partecipare a uno Show del genere ti dia una spinta non indifferente, ma altrettanto lampante che abbiano ‘sfornato’ più meteore che star. Credo che una riflessione concreta si possa fare soltanto dopo aver partecipato da concorrente e aver scoperto i veri meccanismi che si celano dietro la messa in onda. Per cui mi limiterò a dire che i Talent hanno tentato anche me, che ho ceduto alla tentazione ma che oggi per me sono un capitolo DEFINITIVAMENTE chiuso.

  • Quali e quanto sono al giorno d’oggi le possibilità di affermazione per un cantanteemergente? E quali le difficoltà?

  • Ahimè sfiorano lo zero. Non basta creare della buona musica, un personaggio interessante, una personalità forte; Il mare della discografia emergente nel 2018 è saturo di pesci che per lo più annaspano per non annegare. Gli strumenti che ci vengono forniti, i social per esempio, rendono tutti aspiranti artisti e nonostante pochi riescano davvero a creare prodotti validi, l’offerta è sproporzionata rispetto alla domanda e quindi spesso prevalgono i più abili piuttosto che i più bravi. Con ciò non sto ASSOLUTAMENTE consigliando di ‘mollare’ a nessuno. La perseveranza paga sempre, e se non ci credessi davvero mi sarei arresa per prima!

Sei stata in Brasile, Inghilterra e Bulgaria, quanto è stata importante per la tua formazione musicale?

  • Ci tengo sempre a precisare che quei viaggi si sono trasformati in un’esperienza musicale ma non sono nati come tale. Ero solo una ragazza e a quei tempi credevo che l’emancipazione fosse soltanto andare via di casa ad ogni costo non appena avessi finito la scuola, per cui il pretesto di seguire un ragazzo ‘per amore’ era la scusa ideale che davo agli altri ma sopratutto a me stessa. Chiusa questa parentesi, quella relazione mi ha permesso di visitare tantissimi posti nel mondo e di ‘rubare’ da ciascun luogo un pezzo che adesso fa parte di me. Nello specifico i luoghi da voi citati sono quelli che mi hanno più influenzata nella mia produzione: Londra è la culla della musica del nuovo millennio, e forse sembrerà banale ma lì ho imparato che la gavetta e la strada formano più di qualunque scuola. In Brasile mi sono resa conto che la passione, la visceralità, la capacità di trasmettere ‘qualcosa’ sono qualità che vanno oltre le belle parole. La Bulgaria, Sofia per essere precisi è stata e sarà per sempre la mia seconda casa. Le persone che ho avuto la fortuna di conoscere mi hanno spronata più di chiunque altro prima di allora a smettere di perdere tempo biasimandomi e piangendomi addosso. Hanno riconosciuto l’artista che era dentro di me e mi hanno spinta a ritornare alle origini e ripartire proprio da lì. Avevo 21 anni e c’è voluto un pò per capire quale fosse poi la mia strada, ma forse senza i loro consigli oggi non sarei qui a raccontarvi di me.

  • C’è una differenza tra l’Italia e i Paesi che hai visitato, nell’approccio verso gli artisti emergenti?

  • La mia risposta sarà sicuramente impopolare ma assolutamente si. In Italia c’è ancora qualche difficolta a riconoscere un emergente come qualcuno che ha fatto della musica la sua professione. Sei etichettato come una persona con un hobby che non vuole smettere di sognare ma che per lo più è un fannullone, cosa che all’estero invece non succede. Lì un artista è tale sia che guadagni 10€ a fine giornata dentro un cappello o 10000€ a performance. Si cerca più la sostanza che la forma, ecco perché spesso tanti artisti praticamente famosi nel resto del mondo non arrivano o comunque arrivano molto in ritardo in Italia. Per fortuna sento che questo negli ultimi anni sta cambiando.

  • Raccontaci della tua recente esperienzaa Riccione per il Deejay On Stage di Radio Deejay.

  • Un giorno avrò il coraggio di pubblicare gli estratti delle pagine del mio diario ( si, tengo ancora un diario) relative a quei giorni. Qualunque cosa io possa dire sarà sempre riduttiva rispetto alle emozioni che mi hanno travolta guardando quel palco, salendoci ed esibendomi davanti a tutta quella gente. C’è stato un millesimo di secondo in cui il mio cervello è andato completamente in off. Poi ho fatto un patto con me stessa: mi sarei goduta ogni attimo di quella emozione, di quell’esperienzaal 101% perché non sapevo quando e se mi sarebbe ricapitato, e così è stato. Ho perso completamente il contatto con la realtà e egoisticamente mi sono presa tutto. Dal pubblico poi ho avuto reazioni veramente entusiaste e sono riuscita a coinvolgerli nonostante il mio brano fosse completamente sconosciuto per loro e questa è stata la mia ciliegina sulla torta. Essendo cresciuta esibendomi sin da piccola per me ricevere vibrazioni positive dalla gente è tutto. Non lo dimenticherò mai.

  • Come definiresti esattamente la tua musica? E a cosa ti ispiri per scrivere i testi? A essere onesta odio le etichette e non mi piacciono le definizioni. Mi piace invece pensare che ognuno trovi un pò di quello che vuole nei miei brani perché io stessa mentre li creavo c’ho messo un pò di tutto e non ho mai pensato di classificarli; sono usciti fuori e basta. Credo scorrano bene tra le orecchie e che si avvicinino palesemente a tratti alla dance, a tratti al pop. Ma io ci sento del ‘nero’ dentro forse perché sono stati partoriti da una che ha masticato l’R&B per tanto tempo e che ama quel modo di cantare e di sentire un brano. Finora non ho mai avuto la pretesa né la capacità di cambiare il mondo con le mie frasi. Lascio solo che il foglio si riempia più della mia bocca; spesso perché è un bisogno, spesso perché non so fare diversamente, spesso perché ho paura. Ecco perché i miei brani, ad oggi, sono autobiografici. E anche se nei prossimi singoli non si parlerà di me in prima persona, c’è sempre un pezzo di me che ‘egocentricamente’ diventa il protagonista assoluto pur non volendolo essere.

  • Hai partecipato a Sanremo rock e Tour music fest; sono state esperienze che ti hanno lasciato qualcosa in particolare ? Ho un grande, grandissimo difetto. Non so mentire: mi hanno lasciato dentro meravigliose esperienze on the road con la mia vecchia band formata da fratelli non di sangue, mi hanno dato la possibilità di conoscere musicisti in gamba, di confrontarmi. Non ‘ricordo’ altro.

  • Sei Siciliana con esperienza artistica alle spalle con il desiderio di una carriera anche a livello internazionale, potresti essere un modello da seguire. Quali consigli daresti alle cantautrici emergenti, specialmente della nostra Sicilia? Non lasciatevi MAI snaturare! La Sicilia è un grande ‘fardello’ da portarsi dietro ma una volta imparato a ‘trasportarlo’ sarà il vostro valore aggiunto. Cercate la vostra strada fino alla sfinimento e non sentitevi rassicurate al primo traguardo raggiunto, ce ne sarà sempre un prossimo e sarà più difficile ma anche più soddisfacente da raggiungere; viaggiate tanto e reinventatevi ogni giorno.

  • Hai scritto brani sia in italiano col tuo singolo “infinito”, che in inglese con “ i’m here” e “Symphony”; pensi che l’inglese sia più adatto a certi tipi di sonorità?

  • Ho abbandonato l’italiano subito dopo aver scritto Infinito (ultimo brano di una serie di canzonette che ho composto durante la mia adolescenza). Credo che il nostro sia un arrivederci più che un addio, ma in questo momento non riesco a mettere giù più di due parole nella nostra lingua che mi soddisfino, e se guardo indietro a quei brani li vedo come poco più di uno sfogo ormonale piuttosto che ‘opere’ vere e proprie . E quindi avendo comunque l’esigenza di esprimermi sono andata avanti all’inglese, lingua di quelle artiste che tanto ammiravo, così musicale, così elegante. Il nostro è stato un colpo di fulmine: io mi esprimevo nel modo lineare che avevo da sempre sognato e ‘lui’ mi donava ogni volta parole nuove, modi di dire che rendevano concetti semplici, poesia per le mie orecchie.

  • Abbiamo letto che il testo di Symphony è una specie di lettera ai tuoi genitori. Ci spieghi meglio come è nata? Brano Tra l’altro accompagnato da un bel videoclip. Grazie per i complimenti, davvero! Tengo tantissimo a questa canzone perché dite bene, è il mio modo di chiedere scusa e di raccontare chi è Erika oggi ai miei genitori. Ho voluto sempre giustificare a loro le mie scelte perché mi sentivo, (mi sento) in difetto per non aver seguito le loro indicazioni su come poteva essere il mio roseo ma convenzionale futuro. Mi spiego meglio: loro contavano su di me per riscattare i loro insuccesi. Quando io tra i miei mille colpi di testa comunicai loro che avrei seguito il mio sogno di diventare una cantante e che proprio la musica, così bella e nello stesso tempo incerta, sarebbe diventata il mio mestiere, per loro fu un duro colpo e videro crollare in quello stesso momento ogni speranza che riponevano in me e nel mio domani. “Symphony” è il mezzo che ho usato per incanalare la spiegazione che sentivo di dovergli : il complesso delle mie mille sfaccettature, ai loro occhi sbagliate, è invece per me l’insieme dei miei pregi, che ho imparato a considerare tali accettandomi e amando me stessa. Queste sfaccettature quindi mi rendono perfetta a mio modo, e essendo la musica il mio “campo d’azione” ho voluto rappresentare questa “perfezione” equiparandola a una Sinfonia, essendo essa stessa un componimento perfetto. Nonostante guardandolo si possa credere che il videoclip si allontani poi da questa visione, posso assicurarvi che non è così. Insieme al regista Alessandro Castagna e a tutto lo staff abbiamo lavorato per fare in modo che proprio tutte queste sfaccettature venissero a galla e fossero visivamente rappresentate. Sono fortunata a lavorare con persone che non solo sono professionisti eccezionali nel loro campo, ma mi capiscono e assecondano molte delle mie pazzie e delle mie esagerazioni!

Quali sono i tuoi prossimi impegni? E dove è possibile seguirti sui social?

Dal 7 Settembre promuoviamo incessantemente Symphony e sarà così almeno per un altro mese. Nel frattempo stiamo lavorando al prossimo singolo che uscirà a gennaio e sarà nuovamente accompagnato da un videoclip. Non vedo l’ora che la ascoltiate perché verrà fuori un lato ancora poco conosciuto di me. Nella primavera del 2019 invece usciremo con un Ep che conterrà 5 brani e aprirà le porte a un piccolo tour che faremo in Italia proprio per promuoverlo. Sto già fremendo! Tutte queste notizie insieme ad altre curiosità e aggiornamenti li trovate costantemente sulla mia pagina facebook https://www.facebook.com/ErikaIetroOfficial . Sono molto attiva anche su instagram (https://www.instagram.com/erika.ietro) e twitter (https://twitter.com/ErikaIetro). Se invece volete ascoltare i miei brani, vedere i videoclip, leggere i testi o semplicemente curiosare, cliccando sul prossimo link troverete tutto e ben organizzato: https://linktr.ee/erika.ietro .

Grazie mille per avermi dedicato il vostro tempo e per aver ascoltato i deliri di una ragazza che fa di ogni foglio bianco il suo diario.


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