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intervista: Titti Smeriglio, presenta il suo Album “Non so dirti no”


Ciao Titti! Per iniziare presentati un poco alle nostre lettrici. Quando è nata la tua passione per la musica e quali sono state le tue passioni come ‘ascoltatrice’. Hai dei ‘modelli’ ai quali ti sei ispirata?

Un saluto a tutte le lettrici di “Not Only Dreams” innanzitutto e a te, Ersilia! Credo di poter dire che la passione per la musica sia nata insieme a me. Sin da piccola amavo cantare. È stata sempre una necessità quella di esprimermi attraverso la musica, un bisogno da assecondare. Le mie passioni musicali sono tante. La musica italiana ed americana degli anni 60 e 70. Il Jazz. La black e la world music. Il trip pop. Le mie beniamine sono state Mina, Ella Fitzgerald, Nina Simone, Aretha Franklin, Billie Holliday, Miriam Makeba, Mercedes Sosa, Janis Joplin, Amy Winehouse. Oggi fra le cantautrici che amo di più ci sono Nada e Cristina Donà.

Dal tuo primo EP ‘Canzonette d’amore’ al disco d’esordio “Non so dirti no”. Quanto ti senti cambiata alla fine di questo percorso dal punto di vista personale e artistico?

Cambiare è la magia più potente che un essere umano ha a sua disposizione. Mi sento arricchita. Durante questo percorso creativo ho visto anche cose di me che non conoscevo.

Nelle canzoni di ‘Non so dirti no’ raffigurerai tante tipologie di rapporti e di sentimenti. Indubbiamente tante ragazze potranno identificarsi nelle varie figure che proponi. C’è molto delle tue esperienze personali in queste ‘Torch song’ o ti sei ispirata a ciò che vedi attorno a te?

C’è tanto della mia vita emotiva nelle mie canzoni, certamente. L’ispirazione può accendersi però anche osservando e sentendo cosa succede intorno. Molti esseri umani sono complicati, così le loro relazioni. Ma sono romantica. Credo ancora che l’amore, quello vero, esista.

Quale consiglio daresti per non farsi schiacciare dagli ‘amori malati’ che portano ad una rischiosa ‘dipendenza’ anche verso chi non ci merita?

Quando ci incastriamo in relazioni di questo tipo forse è più forte la dipendenza verso le nostre antiche ferite, più che verso la persona che abbiamo accanto e che spesso dobbiamo rincorrere, che ci tiene lì. Esplorare il lato più oscuro di sé però, seppur doloroso, può farci diventare migliori e capaci di sentire di meritare l’amore non l’assenza.

Una curiosità: nel videoclip ‘Per i tuoi baci’ c’è per caso un velato riferimento a Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band? Come è nata la story board?

Le citazioni nel videoclip, come quelle nelle mie canzoni, sono un tributo ad artisti che amo. Fra questi i Beatles non potevano mancare. Desideravo che il videoclip di ‘Per i tuoi baci’ fosse ambientato nel luogo in cui è stato girato, un vecchio deposito dei treni. Un ambiente opposto alla delicatezza ed al romanticismo del brano. Volevo ci fossero dei ballerini e quel tipo di coreografia e le maschere create appositamente da Francesca Lombardi. Le mie idee sono state accolte dalla regista, Camilla Crescenzi, che ha completato con la sua creatività e la scelta di ogni singolo componente della troupe il ritratto che commenta con grazia incantevole la mia canzone.

Ascoltando l’album non si può non pensare ad uno stile che strizza l’occhio al sound anni ’60 ’70, come mai hai scelto questo stile per esprimere e scrivere le tue canzoni?

Le prime canzoni che ho ascoltato erano le ninne nanne che mio padre mi cantava. Ho imparato così le canzoni degli anni ‘60 e ‘70. Mi addormentavo con le canzoni di Mina, Modugno, Natalino Otto, del Quartetto Cetra. Molte delle canzoni di “Non so dirti no” hanno un ritornello cantabile, i suoni scelti sono quelli di quel periodo. Abbiamo usato tutti strumenti analogici e tastiere originali dell’epoca. La ricerca negli arrangiamenti quindi non è puramente estetica, ma risponde ad un bisogno che voleva dare voce a ricordi dell’anima. Lì dove è nato l’amore per la musica e risuona la voce bellissima di mio padre.

Una carriera non solo da cantante solista, ma anche compositrice per televisione e cinema. Tra le varie esperienze ce ne sono alcune che ricordi particolarmente?

Ognuna delle esperienze fatte mi ha lasciato qualcosa, mi ha arricchito. Lavorare con altri musicisti crea delle alchimie sempre sorprendenti ed uniche.

In che modo nascono le musiche per i film? E’ diverso scrivere canzoni per un tuo lavoro personale rispetto allo scrivere musica che si deve abbinare a delle immagini?

A volte è il soggetto raccontato dal regista, altre volte invece sono le immagini già girate ad ispirarti, ma può capitare anche di aver già scritto qualcosa e proporlo e che venga scelto perché perfettamente aderente ad una scena del film. È diverso l’input creativo, nel primo caso la sollecitazione viene da fuori nel secondo la necessità di scrivere parte da un bisogno personale. In entrambi i casi si attinge al proprio mondo emotivo.

C’è un regista in particolare per cui vorresti lavorare? La lista sarebbe troppo lunga.

C’è chi sostiene che oggi un artista emergente ha più visibilità grazie ai social rispetto gli anni 80’-90’ ma allo stesso tempo, con il download selvaggio e i pochi investimenti che le case discografiche fanno sulla musica emergente, è più difficile fare una carriera di livello. Tu cosa ne pensi?

Il mondo delle produzioni e gli affari intorno alla musica sono molto cambiati. È estremamente difficile trovare una produzione che rischi sul talento di un artista. I social possono darti visibilità certamente, ma sono pochi gli artisti che emergono per il numero di follower che hanno. Un artista oggi deve essere più bravo nelle pubbliche relazioni, avere contatti, essere manager di se stesso per avere visibilità senza una produzione alle spalle. La vera musica indie oggi è quella autoprodotta. È un percorso difficile e faticoso. Il mio obiettivo non è mai stata la fama, ma cantare e vivere quei momenti insieme al pubblico in cui si crea una magia ed uno scambio potentissimi.

Ci ritroviamo spesso a parlare con artiste Siciliane che sono dovute andare via per affermarsi. Anche tu hai seguito lo stesso percorso. Secondo te il problema è legato a cosa? In Sicilia ci sono carenza di strutture, di manager, di pubblico appassionato?

Sono andata via dalla Sicilia per motivi personali più che per cercare fortuna altrove. Fra gli anni ‘90 e 2000 c’erano produzioni musicali importanti a Catania. Palermo oggi è una città piena di fermento e di produzioni molto interessanti. Certamente Roma offre più possibilità, ma è stato un caso che io trovassi la mia strada qui. Tornare in Sicilia per fare concerti sarà un momento emozionante e spero accada presto. Nei miei concerti dedico sempre un momento alle canzoni siciliane, alcune scritte da me altre portate alla fama da Rosa Balistreri. Una parte di me non è mai andata via dalla Sicilia. La parte più viscerale ed appassionata è legata indissolubilmente alla mia terra.

A proposito di pubblico, che tipo di pubblico hai?

Le tue canzoni in fondo possono piacere sia ai giovani che agli adulti.

Le donne sono certamente un numero maggiore, ma gli uomini non mancano nel mio pubblico. Non ho un target preciso, ho sentito molti bambini cantare a squarciagola le mie canzoni e visto uomini di una certa età postare sul loro Facebook le mie canzoni.

Dopo l’uscita del disco dove e come sarà possibile seguirti? Farai un Tour? Hai altri progetti in corso?

Intanto presentiamo il disco a Roma, al Wishlist, venerdì 16 novembre. Stiamo poi organizzando il tour e speriamo di poter visitare diverse città italiane nei primi mesi del 2019. È venuto il momento di cantare e stare a contatto con la gente, più contatti reali ed un po’ meno virtuali. Continuo a scrivere e non escludo di poter cominciare a lavorare al nuovo disco già dalla prossima primavera. Le nuove canzoni non parleranno solo di amore. Vorrei poter dare voce a quelli che come me vogliono ribellarsi alla deriva etica che il nostro Paese sta vivendo oggi. Per sentirci meno soli e coltivare la speranza che l’umanità possa essere migliore di quello che vogliono farci credere sia.

Dove è possibile seguirti sui social? Su Facebook ed Instagram.


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