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FUGA D’ AMORE e fuitina forzata ( MAI PIEGARSI ALLA PREPOTENZA' )


Nella cultura siciliana nei primi anni ’90 si diffuse il fenomeno della fuitina tra i giovani innamorati adesso pratica più che lontana; si basava sulla fuga romantica, i due decidevano presi dal loro amore, con voglia di consumarlo, si allontanavano dalle proprie famiglie e ospitati a casa da amici o parenti, per un periodo di tempo, per poi organizzare il matrimonio. La fuitina era praticata appunto dai giovani poco pazienti di arrivare al matrimonio per consumare il proprio amore, oppure perché lei si era ritrovata incinta, o perché una delle due famiglie non era d’accordo all’unione dei due ragazzi.

Alcune volte per “risparmiare” nel matrimonio evitando spese scomode, in famiglie numerose, dopo la fuitina si organizzava il matrimonio riparatore.

In ogni modo la fuitina si abbatteva per lo più sull’onore della famiglia ma specificatamente sulla donna, infatti la donna se per qualche motivo veniva lasciata dopo la fuga ella restava zitella per il resto della sua vita, perché nessuna l’avrebbe più voluta.

Oltre alla fuitina interpretata come la fuitina d’amore voluto da entrambi gli amanti si ha la “fuitina furtiva”, cioè forzata, nella quale si svolgeva, nel vero e proprio rapimento di lei, da parte di amici di lui, appellati a compiere il gesto, portata in una casa dove si trovava lui, e da quel momento lei, non era più di nessun altro.

Un aneddoto divertente veritiero sulla fuitina forzata, che mi hanno raccontato durante la mia indagine sull’argomento, comincia con la disapprovazione della famiglia di lei; e il ragazzo spinto dall’ amore per lei chiede agli amici, di rapirla nel cuore della notte, allora gli amici fedeli fanno irruzione nella notte infiltrandosi nella stanza di lei, dove dormono anche le sorelle, prendendola con la forza e portandola dal ragazzo impaziente di vederla, ma ahimè!!! quando presentano la ragazza non è lei ma bensì la sorella, ebbene si!! capitavano anche queste cose. Il ragazzo tentò il baratto con la vera ragazza da lui voluta, ma ormai era stata rapita la sorella che se fosse ritornata indietro non avrebbe avuto più lo sguardo di nessun pretendente, cosi fu costretto a sposare, la ragazza sbagliata.

I rapitori, sono stati condanni ad anni di carcere; ed una delle prime che ha dato una svolta alla storia della fuitina forzata, è stata Franca Viola (Alcamo). Questa donna all’età di 17 anni si ribella al rapimento, al matrimonio riparatore.

Nasce da una modesta famiglia di mezzadri; All’età di quindici anni, con il consenso dei genitori, Franca si fidanza con Filippo Melodia, nipote di un noto mafioso locale e membro di una famiglia benestante. Dato che Filippo viene accusato di furto e appartenenza a banda mafiosa, il padre di Franca decide di rompere il fidanzamento, Il giovane emigra in Germania e appena rientra, dopo un breve periodo di reclusione, torna alla carica a casa di Viola. Le sue minacce di tipo puramente mafioso , non scoraggiano Franca che successivamente verrà rapita e tenuta nella casa della sorella di Melodia, dove lui abusò di lei, Il 6 gennaio 1966 la polizia rintraccia il rifugio e a libera la giovane. Il Melodia viene arrestato con i suoi complici, ma conta sul matrimonio “riparatore” che, come prevedeva la legge italiana, scagionava il rapitore che sposava la propria vittima. Franca però rifiuta di sposarsi dando quindi avvio al processo, che si svolge nel dicembre del 1966.

Ma nonostante il coraggio di Franca abbia fatto da apripista a molte analoghe denunce, affinché il “matrimonio riparatore”, insieme con il “delitto d’onore”, escano dal codice civile come argomenti che legittimano di fatto la violenza su donne, fidanzate, mogli, si dovrà aspettare il 1981

E’ stato persino girato un film, La moglie più bella. Il suo ruolo è interpretato da una giovane Ornella Muti.

Film che parlano della fuitina sono anche “Baharia” di Tornatore, e un film documentario “fuitina-fuga d’amore” di Salvo Spoto e Vito Trecarichi che nell'anno del 50esimo anniversario della vicenda di Franca Viola (1965-2015), divenuta simbolo dell'emancipazione femminile moderna in tutta Italia, si riflette su una pratica desueta in tutte le sue molteplici forme, affrontandola attraverso testimonianze, interviste, vere e proprie manifestazioni artistiche a tema.


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