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DIETRO L’OBIETTIVO: Occhio di donna Articolo sulla fot


La pittura e la scultura, ritraggono o ricreano dal nulla quella creatura che fluttua nella mente sotto forma idea, ispirazione o fantasia, che si materializza in ciò che possiamo poi ammirare in statue, quadri ect… La fotografia si differenzia in parte, perchè oltre a poter ricreare una idea, ha il potere di catturare anche gli attimi della “vita” che diventeranno un ricordo materiale, con emozioni reali, naturali.

Nel caso dei professionisti e appassionati la fotografia diventa una vera e propria creazione artistica, nella quale si possono trovare espressioni, concetti, emozioni e messaggi; un altra forma d'arte in cui il reale, di un corpo umano, ma anche oggetti, strade, ambienti scelti e catturati da un occhio attento ai particolari, mutano in arte stessa.

(foto di F. Patanè)

Attraverso una intervista doppia fatta alle fotografe siciliane Francesca Patanè e Roberta Gennaro, noi di “Not only dreams”, hanno concesso uno scorcio di alcuni aspetti della fotografia. Dalle loro risposte Francesca e a Roberta, fanno percepire uno stile diverso di creazione; le accomuna una passione quella della macchina fotografica, le loro idee si fondono con essa, con amore sempre crescente ad ogni scatto. Possiamo ammirare i lavori di:

Francesca : http://www.francescapatanefotografa.it/

Roberta: http://robertagennaroartist.jimdo.com/

FRANCESCA PATANE' (foto a sinistra)

Cosa fai nella vita? Quando nasce il tuo interesse per la fotografia?

F) Nella vita mi dedico alla fotografia, a 360°. Ho uno studio fotografico e mi occupo di pubblicità, cerimonie, eventi, cercando di lasciare spazio anche alla “mia fotografia” (quindi non intesa a scopo lavorativo, ma interiore). L’ interesse per la fotografia nasce con me e fa parte del mio DNA.

Mi è stato tramandato da mio padre che, sin da bambina, mi ha fatto conoscere la magia dell’immagine catturata e poi stampata, tra concerti di pellicole e profumo di acidi.

R) Nella vita momentaneamente studio, frequento il biennio di Pittura all'Accademia di Bella Arti di Palermo. Nel 2015 mi sono diplomata al triennio di Progettazione dei Sistemi Espositivi e Museali, sempre in accademia di belle arti. Il mio interesse per la fotografia nasce nel 2010, una passione poi pian piano diventata obiettivo della mia vita.

Come definisci la tua fotografia?

F)La mia fotografia è una miscela di tutto ciò che ho visto, imparato, vissuto, e immaginato. Lo stile che più mi rappresenta e che più adoro è quello del surreale/fantasy.

R) Sicuramente dinamica.

( fa parte del progetto "Untitled 3.0; foto di R.Gennaro)

Cosa rappresenta per te la fotografia in termini emotivi?

F) Personalmente considero la fotografiaparte essenziale (e fondamentale) della mia vita. Essendo un soggetto particolarmente introverso, trovo libero spazio di espressione attraverso le mie immagini. Spesso sono, infatti, le mie foto a parlare per me.Raccontano un avvenimento accaduto, un mio stato d’animo, una preoccupazione, una gioia. Possono nascere dall’entusiasmo per un’immagine che mi ha colpito, per un libro letto, per un film visto o semplicemente possono scaturire (essendo un’eterna sognatrice) da immaginari fantastici che mi balenano spesso per la mente.

R) La mia fotografia si fonda principalmente sull'intuizione. Emotivamente provo emozioni contrastanti, ma generalmente tutto si sviluppa dalla testa. Se pur intuitiva, il risultato dell' elaborato nale è estremamente calibrato, frutto della mia costante razionalità e del “sentire” principalmente il mio pensiero. Direi che gli elementi costantemente presenti dentro le mie foto sono la razionalità e l'intuizione

Cosa ti piace di più della tua fotografia? E cosa cambieresti?

F) Ammetto di essere una persona estremamente autocritica. Spesso, dopo poco tempo, disprezzo alcuni miei lavori che inizialmente mi avevano tanto entusiasmato. Quello che amo della mia fotografia è il linguaggio.

Sono molto felice quando un osservatore riesce a captare i messaggi che una mia immagine nasconde. Sono ancora più felice quando le mie foto trasmettono sensazioni…emozioni e cosa più importante, quando lavorando su queste ultime, riesco a estraniare me stessa dalla realtà.Quello che cambierei forse è il mio eccessivo attaccamento alla perfezione e agli equilibri. Spesso riguardando alcune mie foto mi rendo conto che, l’assenza di equilibrio e di regole, può, a volte, imprimere a queste un impatto emotivo ancora più forte.

ROBERTA GENNARO (foto sotto)


ROBERTA GENNARO

R) Non saprei come risponderti a questa domanda, lascio agli altri il piacere di dire la propria opinione sulla mia fotogra- a. Poi penso di essere troppo giovane per dire chiaramente cosa possa cambiare del mio lavoro... Sicuramente mi piace l’interazione che c’è tra la chimica e la luce; mi piace anche il suo principio di osservazione che man mano si è potuto sviluppare ed evolvere. Per me la fotograa è una nestra; si potrebbe dire che l’atto voyeuristico è presente in ognuno di noi ed è proprio dall’osservare che nasce la mia personale idea di fotogramma, dinamico e contraddittorio.

Per lo stile, fai riferimento a qualche fotografo che ammiri?

F) Ho studiato arte e fotografia per più di dieci anni della mia vita.

Il mio primo amore (se così si può definire) è stato Man Ray. Sono sempre stata affascinata dalle correnti artistiche della metafisica, del surrealismo e del dadaismo. Man Ray è stato uno dei primi fotografi capace di reinventare una realtà assurda, a occuparsi di “post produzione” aprendo le porte ad un mondo misterioso. Naturalmente apprezzo molti altri fotografi e non mi concentro su di uno in particolare. Sicuramente ammiro lo stile ipnotico di fotografi come Jean Jacques Andrè o Rodney Smith, per un linguaggio che sento più “mio”.Ma molti altri sono stati (e sono ancora) “miei maestri” nello stile del reportage del ritratto e del paesaggio

R) Non so ancora se io abbia uno stile; ho notato per esempio di avere delle caratteristiche ossessivo-compulsive che si traducono in serialità e razionalità estreme in alcuni dei miei progetti. Certamente apprezzo fotogra come Gabriele Basilico e Luigi Ghirri, li trovo ani al mio “sentire emozionale” e anche al mio pensiero razionale. Ho anche studiato molto a lungo la Scuola di Dusseldorf, ma posso dire certamente di non ispirarmi a nessuno di questi fotogra, pur traendone gli insegnamenti.

Quando sei di fronte a qualcosa che ti prende emotivamente, non puoi fare a meno di fotografare?

F) Sì, quando ho davanti ad uno scenario che mi prende emotivamente il mio primo pensiero è quello di catturarlo secondo il mio punto di vista e secondo quello che suscita in me. Quando capitadi trovarmi di fronte scenari incredibili e non avere con me la fotocamera, sento infatti di aver perso un “pezzettino” di me stessa.

R) La risposta è assolutamente si. Fotografo per documentare una luce particolare, un’attmosfera particolare o delle geometrie esteticamente perfette.

C'è un soggetto o uno stile fotografico che ti prende più degli altri?

F)Lo stile fotografico che prediligo è sicuramente quello del ritratto.

Un viso, un corpo che racconta qualcosa, la sua storia o la mia storia. La luce che ne delinea le forme, che può originare mille racconti.

Sono sempre stata dell’idea che poter fotografare un paio di occhi, un gesto un profilo sia come catturare un pezzettino di anima del soggetto e farla tua. Questa è la meravigliosa magia della fotografia.

R) Mi occupo prevalentemente di paesaggio, la gura umana è introdotta all’interno delle mie fotograe molto di rado ed è sempre ripresa a distanza all’interno di un contesto ben denito.

Nell’ambito tecnico, tu scatti in digitale o in analogico? Per scelta o per necessità di espressione?

F) Ho iniziato come molti altri fotografi , scattando in analogico.

Spesso, però, non mi sentivo pienamente soddisfatta del risultato,cercavo qualcosa che andava oltre la rappresentazione naturale del soggetto, anche se questo veniva impresso secondo il mio punto di vista personale.

Ho iniziato così un procedimento di post produzione che richiedeva la scansione diimmagini già stampate e la conseguente lavorazionecon software digitali.

L’avvento del digitale (che oggi ovviamente utilizzo per scelta) ha aperto il mondo della fotografia che ho sempre desiderato. Personalmente, la fotografia digitale mi permette una libertà di espressione mille volte più vasta di quella analogica.

R) Le mie fotograe sono prevalentemente digitali. La tecnologia digitale ci ha permesso di abbattere i costi di produzione e di aumentarne la velocità, alla luce di ciò a livello lavorativo è molto utile. Scatto anche in analogico per passione. A livello qualitativo le stampe analogiche ritengo che siano nettamente superiori a quelle digitali; personalmente non riesco ad abbandonare la natura materica della fotograa. Ho sperimentato diverse tecniche e stampato anche su diversi materiali, scattato con delle scatole e provato vecchie tecniche come la cianotipia. In ambito artistico tendo a non pormi limiti e per questo ho bisogno di conoscere, toccare con mano vecchi metodi di formazione dell’immagine..

Differenze principali fra video e fotografia: stesso linguaggio o linguaggi diversi?

F) Foto e video sono sicuramente figli dello stesso procedimento.Si può utilizzare lo stesso linguaggio (sia in foto che in video) e provare emozioni in maniera differente. L’emozione fotografica èsicuramente d’impatto, nel video può essere suscitata in maniera progressiva e sequenziale dalle immagini in movimento, dai suoni, dalla musica o dall’unione di tutto questo.

Il video può raccontare una storia attraverso un percorso, la foto deve esprimere “tutto” in un'unica immagine statica.

Trovo che entrambi, siano strumenti di forte espressione narrativa. Si può scegliere per indole, di utilizzarne uno piuttosto che l’altro, ma non trovo nulla di strano se un fotografo o un videomaker utilizzino entrambi i linguaggi. Mi sono avvicinata anche io al mondo del video da un paio di anni e lo trovo entusiasmante.

R) Brevemente posso dirti che, l’ibridazione del prodotto artistico è un caso molto noto al settore dell’arte. La fotografia e il video sono due tipologie d’arte che si intersecano vicendevolmente. L’immagine in movimento è ovviamente un pochino più giovane dell’immagine ssa, ma ciò che il video ha ereditato dalla fotografia secondo me si può ancora riscontrare nelle composizioni delle immagini audio-visive di numerosi lm e soprattutto dall’uso che si fa della luce all’interno dei set cinematograci. A livello emozionale sempre secondo il mio punto di vista, fotografia e video sono due mondi abbastanza scissi. Per quanto riguarda il video ad un prodotto visivo viene accostato il sonoro; l’uso del sonoro fa si che lo spettatore di un lm o fruitore di una mostra, abbia una rispondenza emozionale che nasce principalmente dal suono e poi in seconda battuta dall’immagine che si osserva. La fotografia invece risulta essere un elaborato emozionale più statico e silente, che tende a sedimentarsi più lentamente dentro l’osservatore, in modo meno palese rispetto al video e che, per questi motivi appena elencati, prende il posto di un’icona a cui fare riferimento.


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