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intervista : Isabella dalla Vecchia " Credo che quando una passione profonda appartiene alla t


Di cosa si occupa il tuo sito ‘luoghi misteriosi d’italia’ e da dove è nata l’idea per la sua creazione?

www.luoghimisteriosi.it è nato da un’idea casuale mia e di mio marito Sergio Succu: un portale in cui raccogliere tutti i luoghi misteriosi italiani. Mi aveva affascinato moltissimo il libro di Umberto Cordier “Guida ai luoghi misteriosi d’Italia” in cui si vedevano le cartine e la descrizione del mistero di quei luoghi. Nella vita ho imparato per necessità lavorative la grafica e il web, applicando queste conoscenze alla creazione di questo portale. E’ stato un lavoro lungo e faticoso che ha portato una notevole crescita nel corso degli anni, aumentando la visibilità in relazione ovviamente al materiale pubblicato. E’ una grande soddisfazione a cui non ci si abitua mai constatare il grande interesse nei confronti della nostra bella Italia, che sa ancora sorprenderci. Ricerche archeologiche, inspiegabili e a volte anche divertenti e curiose, ogni sfaccettatura fa parte del carattere unico e imprevedibile del nostro paese. Ho capito che ero interessata a determinate tematiche semplicemente guardando la mia infanzia, autoanalisi che suggerisco a tutti. A 6 anni i miei giocattoli preferiti erano “gli egiziani” personaggi che rispecchiavano quella società enigmatica che nemmeno sapevo cosa fosse ma che mi affascinava già, soprattutto per com’erano vestiti, non sembravano far parte del nostro mondo. Poi nell’infanzia una delle mie frequenti richieste durante le vacanze era visitare qualsiasi castello che vedevo dal finestrino dell’auto. Al liceo di fronte alla scelta di andare con gli amici a divertirmi a Londra e con i miei genitori a visitare la Grecia classica non ci fu esitazione. Quando a scuola il compito era di parafrasare alcune pagine dell’Orlando Furioso, io me lo lessi tutto, erano troppo affascinanti i cavalieri descritti nelle loro avventure. Credo che quando una passione profonda appartiene alla tua anima, quel “qualcosa” non lo si diventa, semplicemente lo si è sempre stato.

Hai realizzato un testo, “luoghi di Forza”; ci vuoi parlare del contenuto del libro?

Luoghi di Forza è un completamento alle iniziali ricerche legate ai luoghi misteriosi in Italia. Mi sono accorta nel mio girovagare che templi, aree sacre, piramidi, chiese, antiche grotte non sono ambienti statici, scelti casualmente dagli abitanti antichi, ma autentici luoghi di energia, luoghi in cui è possibile acquisire una “forza” direttamente dalla natura.

La terra sembra ferma in realtà sappiamo benissimo che non lo è. A parte la rotazione, impercettibile ai nostri sensi, ci sono altri movimenti invisibili in grado di interagire in modo silenzioso come i lenti movimenti della crosta terrestre, gli sfregamenti delle faglie che generano terremoti, il magnetismo, le correnti d’acqua sotterranee, i vulcani, le sorgenti, i geyser, i vapori.

Queste manifestazioni apparentemente naturali rendono il nostro pianeta un organismo vivente, sempre in movimento. Sono luoghi in grado di cambiare radicalmente il nostro stato fisico e mentale. Gli antichi sceglievano questi posti per praticare i loro riti, costruivano luoghi di culto con strutture rudimentali, come i menhir, dolmen, i mên-an-tol a siti di sepoltura e inumazione, semplici altari o templi più complessi come le piramidi e vi radunavano folle di fedeli. All’energia naturale si aggiungeva dunque quella umana: decine, a volte centinaia di persone che pregavano e cantavano all’unisono, diventavano un’altra fonte energetica, che accresceva la potenza del rituale e contribuiva a caricare il luogo.

Ma la più grande sorpresa è stata quella di constatare che alcuni fra i più importanti centri di ricerca del mondo, come la NASA, stanno indagando proprio su questi fenomeni.

Gli scienziati oltre che nell’infinitamente grande (universo) stanno osservando nell’infinitamente piccolo (acqua, luce) per trovare quell’intelligenza che ha originato la vita, capendo che emozioni, benessere e cambiamenti psicologici che si ottengono negli antichi luoghi di forza non sono risultati di suggestioni, bensì di una forza invisibile, realmente presente e connessa con l’uomo da sempre.

Questa è la prova che i nostri predecessori non agivano a caso, ma sceglievano con cognizione di causa: andavano alla ricerca di un luogo che rispecchiasse la loro fede e potesse divenire la dimora degli dèi e lo individuavano tramite l’immensa energia naturale che emanava. Dove c’era energia, lì c’era dio e dato che l’uomo contiene una scintilla divina, qui la poteva perfino alimentare.

Qual è stato il tuo ruolo nella collaborazione col programma Mistero, andato in onda su Italia 1? Come hai vissuto questa esperienza?

Ricordo ancora come è iniziata la collaborazione con Mistero, mi contattò il compianto Ade Capone (ci ha lasciato nel 2015) che mi conosceva attraverso il sito di Luoghi Misteriosi. Tutti i contatti miei e dei nostri collaboratori sono stati ottenuti attraverso questo portale, che si è rivelato nel tempo una preziosa vetrina. Mi contattò per un servizio sulle donne nelle ultime cene, ne avevo catalogate diverse nel sito dimostrando che l’enigmatica presenza femminile sempre letta come Giovanni evangelista, non era stata solo prerogativa di Leonardo Da Vinci, ma anzi esistevano quadri ancora più eclatanti. Da quell’incontro è nata una collaborazione bellissima, d’altronde con Ade Capone mi intendevo benissimo, entrambi proveniamo dal mondo dei fumetti che ci ha donato una sensibilità narrativa importante quando occorre raccontare qualcosa mantenendo l’atmosfera di leggende e misteri. Ho partecipato “dietro le quinte” nell’idea di un servizio molte volte, mentre fisicamente sono stata intervistata tre volte, con Marco Berry per il drago di Orta San Giulio e la danza macabra di Clusone e con Nicole Pellizzari per il quadrato magico del sator di Pieve Terzagni. In seguito sono stata coinvolta nel magazine ufficiale del programma per il quale ho scritto e continuo a farlo periodicamente. Da questa esperienza ho imparato molto, ho potuto comprendere come si lavora dietro un format come quello di Mistero, mi sono resa conto dell’enorme lavoro che ruota attorno a un servizio anche se a volte può sembrare semplice o realizzato in presa diretta. Il mio apporto è sempre stato archeologico, simbolico e storico, mai ufologico o paranormale e questo mi ha portato non poche difficoltà, perché l’archeologia a volte è considerata “noiosa” e laddove è semplice trovare il mistero in un luogo infestato dagli spiriti, è certamente più difficile trovarlo in un’area archeologica, ma quando lo si trova, non c’è fantasma o UFO che tenga…

Nella tua ricerca di storie misteriose, ci sono storie che si riferiscono alla donna ? e come viene valorizzata la sua figura ?

Ho scritto per Mistero magazine un articolo focalizzato solo sulle donne combattenti, un articolo ripreso da un approfondimento che scrissi molti anni fa su Rivivere la Storia. Da ragazza partecipai per molti anni ad un gruppo di rievocazione storica, la Compagnia di Chiaravalle (esiste ancora oggi e sono stata tra i fondatori) nel quale mi appassionai molto al Medioevo, allo studio della scherma antica e alle armature che costruivamo con le nostre mani. C’era solo un piccolo problema: ero una donna e secondo alcuni importanti comitati di rievocazione, per essere fedeli alla storia le donne non potevano indossare armature, avrei quindi dovuto indossare solo ampie tuniche o abiti signorili relativi all’epoca che rappresentavamo, il XIII secolo. Quando mi trovai di fronte alla commissione dissero che per “combattere” nelle uscite medievali avrei dovuto portare documentazione storica di donne combattenti, non solo personaggi ma anche vestiari e motivazioni sul perché una donna sarebbe dovuta andare in guerra. Iniziai dunque una grossa ricerca trovando molti nomi (più di quanti mi aspettassi), quali Matilde di Canossa, Aethelflaed, figlia di Alfredo il Grande di Inghilterra, Urraca, la regina di Aragona, la duchessa Gaita di Lombardia, nota anche come Sichelgaita, ma soprattutto Marzia degli Ubaldini detta Cia, di cui ho condotto una ricerca più approfondita, una donna incredibile che riuscì da sola a difendere la rocca di Cesena e a tenere testa alle truppe del terribile Albornoz. Ho elencato solo alcune figure femminili ma ne ho trovate davvero moltissime, donne che si trovavano a combattere per vocazione o per necessità; per difesa o per disperazione. Le donne avranno magari meno muscoli degli uomini ma la forza di volontà e a volte lo stesso coraggio si sono dimostrati superiori in molte occasioni.

La tua ricerca continuerà anche all’estero? C’è qualche mistero in particolare che ti affascina più degli altri?

Ho sempre desiderato espandere le ricerche all’estero, ma la linea di ricerca mi ha sempre tenuta dentro i confini italiani e alla fine ho preferito fare una cosa e cercare di farla bene. Ho pensato di coinvolgere l’estero laddove ci sia un legame con l’Italia, come ad esempio le piramidi di Montevecchia (Lombardia) che sarebbero orientate come le piramidi di Giza (Egitto); o la lunga traversata di Maria Maddalena che secondo la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine e alcune leggende locali sarebbe sì sbarcata in Francia ma dopo essere passata dalla Sardegna; o l’incredibile somiglianza tra il disco di Festo (Grecia) e il disco di Magliano (Toscana).

Il mistero che mi affascina di più è la cultura egizia e mi fa molto piacere aver constatato che in Italia esistono molti luoghi che hanno proprio a che fare con questa enigmatica civiltà.

Quale è la tua personale opinione sul paranormale?

Credo ai fantasmi, ma non come presenze spiritiche rimaste prigioniere del mondo, ma come mondi paralleli presenti accanto a noi, invisibili agli occhi umani solo per un fatto di diversa vibrazione. Credo nell’anima immortale che al momento della morte viene liberata, non in forma di fantasma, ma come entità vibratoria che perde memoria della nostra vita materiale per mantenere una memoria unica, somma di innumerevoli vite che dovrebbe aiutarci al distacco finale del corpo materiale che, come un eterno videogioco, ci obbliga a lottare fino alla successiva morte. Tutti i filosofi e gli esoteristi hanno sempre cercato di trovare la soluzione per evadere dalla materia e vivere di eternità. Credo al paranormale perché il mondo è in continua vibrazione, quindi è malleabile e in grado di entrare in risonanza con la nostra vibrazione, creando eventi sincronici o paranormali. Non credo al fantasma che vuole comunicare con noi attraverso voci registrate con apparecchi sensibili, ma credo alla natura intelligente che comunica con noi attraverso eventi sincronici incredibili.

Ti sei occupata anche di UFO. Cosa possiamo dire di concreto su questo tema alle nostre lettrici?

UFO non nei casi degli avvistamenti, ma nei casi degli antichi astronauti. Credo che luoghi incredibili come le linee di Nazca, le piramidi di Giza, Pumapunku, eventi biblici inspiegabili siano tutti incontri ancestrali con popoli extraterrestri. E’ possibile che queste intelligenze non siano conservate solo nell’uomo, ma ci sia qualcosa nel mondo che noi non riusciamo ancora a decriptare. E’ per questo che abbiamo scelto per il libro il claime “Non siamo soli sulla Terra”, acqua, luce, suono, sono elementi che la scienza (NASA compresa) sta studiando trovando un lato intelligente e interattivo con l’uomo di cui se ne ignorava l’esistenza. Siamo certamente lanciati verso nuovi pianeti, ma forse prima dobbiamo comprendere come funziona il nostro.

Tra i luoghi che hai visitato qual è quello che ti ha affascinato di più? E in qual è ritorni sempre volentieri per ciò che ti trasmette ?

Il mistero che mi ha sempre affascinato di più è il fenomeno della farfalla di luce, quando ancora non esisteva internet, ne sentii parlare rimanendone estasiata, ma non riuscii mai a vederla non sapendo il luogo esatto. Almeno fino a qualche anno fa. Ogni 21 giugno in un’area sacra del monte Caprione in Liguria, si forma su un menhir una bellissima farfalla di luce. Questo simbolo rappresenta le resurrezione in quanto il bruco muore apparentemente e si incuba per trasformarsi in un essere celeste, una farfalla che in quel luogo è perfino luminosa. E’ inoltre un simbolo fortemente femminile, la forma ricorda l’osso del bacino, il luogo nella donna in cui un bambino si forma e prende vita. Amo questo luogo, che poi nel tempo riuscii a trovare e a visitare, pregno di energia, amo la farfalla simbolo di vita eterna e di anima (con psiche nell’antica Grecia si indicava sia anima che farfalla), amo la luce, la forma massima di vibrazione che dovremmo aspirare a raggiungere. E’ un luogo che insegna molto spiritualmente, dichiara con la sua presenza che i popoli antichi (in questo caso i celti liguri) credevano che l’uomo non era solo un corpo, ma uno spirito destinato a risorgere esattamente come la natura ci insegna con il bruco e la farfalla.

La nostra sede è in Sicilia. Cosa ci dici in particolare dei misteri della nostra regione?

La Sicilia è una terra meravigliosamente incontaminata, come la Sardegna. E’ il potere delle isole, sempre fuori dal mondo, indipendenti dentro i propri confini. Anni fa visitai Pantelleria, l’isola più a sud d’Italia, vulcanica, ne restai affascinata per i luoghi estremamente curiosi e dai nomi a volte bizzarri, che ti catapultavano in un mondo ai confini della realtà. Saltalavecchia, Grotta dello Storto, Arco dell’Elefante, Cala 5 denti, Piana del Re Mida e il Lago di Venere, quel luogo eccezionale quasi magico, un lago di acque sulfuree in grado di rendere la pelle liscia e priva di rughe come quelle di un neonato, per questo chiamato anche lago dell’eterna giovinezza. Mi ero recata per una vacanza volontariato per monitorare e salvare le cernie (sono membro del direttivo dell’associazione OIPA) e nel tempo libero prendevo lo zaino e partivo alla perlustrazione dell’isola, scendendo dentro vulcani spenti, incontrando le tombe bizantine (l’isola vulcanica priva di sorgenti d’acqua veniva impiegata come un grande cimitero), camion che distribuivano acqua alle case (anche questa visione ha una vena misteriosa, in quanto mi ricordava scene alla Mad Max, ambientazioni post nucleari in cui l’acqua, bene prezioso, veniva distribuita con parsimonia).

Nella tua rubrica radiofonica a Radio Bau la web radio ufficiale di radiomontecarlo, metti in evidenza il mistero che avvolge i nostri amici animali, e il rapporto che abbiamo con loro. Quale componente di questo legame pensi sia più affascinante e nasconde potenzialità sconosciute?

Faccio parte del membro del direttivo dell’OIPA Italia onlus (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) e queste due grandi passioni (animali e mistero) trovano il matrimonio perfetto in Radiobau, la web radio ufficiale di Radio Montecarlo, con la mia rubrica “Misteri Bestiali” frutto di una sinergia con Davide Cavalieri, direttore della web radio, con cui progettiamo articoli, interviste, video e conferenze. Ho parlato più volte non solo del rapporto tra uomo e animale nelle leggende, negli eventi passati, nelle tradizioni di tutto il mondo e nelle favole; ma anche degli incredibili poteri paranormali degli animali. Non parlano ma sono in grado di sentire ciò che noi non vediamo o non siamo in grado di ascoltare. Mi ha affascinato lo studio sui poteri straordinari degli animali di Rupert Sheldrake, che ha raccolto un’ampia lista di testimonianze di ogni genere, dall’incredibile ritorno a casa di cani e gatti, alla premonizione di morti improvvise dei loro padroni anche a centinaia di chilometri di distanza. Sheldrake ha definito il “campo morfico” nel quale sarebbe racchiusa la memoria genetica, l’unica che potrebbe spiegare il perché di un comportamento animale, che noi chiamiamo semplicemente con il nome di “istinto”. Ecco perchè rondini, uccelli migratori, salmoni, compiono ogni anno migliaia di chilometri, tornando sempre al proprio nido, con una precisione millimetrica. E chissà, forse anche noi, se riuscissimo a comprende il nostro personale campo morfico potremmo essere in grado di scoprire chi siamo e quale è effettivamente la nostra vera natura.

I tuoi progetti per il tuo futuro?

E’ difficile parlare di progetti futuri quando ti capitano occasioni che nemmeno erano auspicabili in un “progetto” ma solo in un “sogno”, come la collaborazione con la Sperling & Kupfer. Io lavoro sempre al presente e mai al futuro, con davanti agli occhi la bellissima frase di Albert Einstein: «La cosa importante è non smettere mai di domandare. La curiosità ha il suo motivo di esistere. Non si può fare altro che restare stupiti quando si contemplano i misteri dell’eternità, della vita, della struttura meravigliosa della realtà. È sufficiente se si cerca di comprendere soltanto un poco di questo mistero tutti i giorni. Non perdere mai una sacra curiosità.»

Vivere al presente e lasciarsi stupire di ciò che si vive.

Grazie per aver accettato di rilasciare quest'intervista,


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