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Intervista: Mariuccia La Manna, presenta il suo romanzo " Solo una vita", una storia di a


Quando e come nasce in te la passione per la scrittura? Quando e come nasce in te la passione per la scrittura?

Tornando indietro con la memoria, a quando ero una bambina, tra i banchi di scuola, ho sempre avuto una passione smodata a mettere nero su bianco tutto ciò che pensavo e sentivo, e come ogni bambina beh anch' io custodivo gelosamente il mio diario segreto, e da lì che mi piace partire, da quando ero ancora piccola e incosciente della vita e di come il corso degli eventi sarebbe andato... alla grande passione per la lettura che io ho potuto coltivare quotidianamente a casa Mondadori, dove lavoro da quattro anni, ho cominciato, con Adele nelle cuffie, notte dopo notte, nell'estate 2015 a scrivere, a svuotarmi, a saccheggiare ciò che mi era rimasto incastrato dentro per troppo tempo, e ho messo al mondo la mia "Marta".

Nella tua biografia si parla di una ricerca e conseguente tesi su Zhang Ailing, scrittrice innovativa, coraggiosa e di stampo ‘freudiano’. Quanto e come ti ha ispirata nel tuo stile letterario?

Ho intrapreso all'università un percorso di studi particolare, attraverso proprio lo studio degli ideogrammi, che mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a una cultura millenaria e magica come quella cinese.

Ho cominciato a leggere per caso i romanzi, tradotti in lingua italiana, di Zhang Ailing, e ne sono rimasta sin da subito affascinata, affascinata da questa carica e forza espressiva nel raccontare storie di donne, squarci di una Cina in cui nascere "femmina" era solo da considerarsi una colpa e una macchia indelebile, come un marchio di fabbrica, ma lei Zhang è stata una delle prime donne a sapere dare voce a donne diverse, donne spietate e talvolta fragili, a raffigurare a 360° il mondo femminile senza filtri.

Diretta, reale, cruda, determinata, forte, estremamente emotiva, senza filtri: questa è Zhang Ailing, e in questo rivedo me stessa quindi non poteva non influenzarmi.

C'è stato un avvenimento specifico che ti ha spronato alla realizzazione del tuo primo romanzo "Solo una vita"? Marta, la protagonista del libro, a quanto pare è una figura ispirata da una storia vera, ma possiamo anche dire che rappresenti il simbolo di tutte le donne vittime di abuso?

Marta, è una donna comune, anzi prima è una adolescente come tante, e come tante purtroppo rimane vittima di un amore insano, resta bloccata all'interno di un tunnel buio, la sua vita, cieca e isolata dal mondo circostante.

La storia di Marta è ahimè storia di quotidianità per tante donne con un minimo comun denominatore, un amore violento, che poi AMORE e VIOLENTO sono due termini antitetici, che c'entra l'amore con la violenza??? Non c'entra un bel niente, l'amore è amore e basta!

Tornando all'avvenimento, diciamo che mi sono ritrovata in un momento particolare e delicato della mia vita in cui ho deciso di "liberarmi", come anticipavo nella prima domanda, e in maniera del tutto naturale Marta ha preso vita.

Cosa raffigura la copertina del libro?Il fiocco rossoè un richiamo al simbolo delle scarpette rosse ?

Io adoro la mia copertina, e in questo ringrazio il grafico della casa editrice Bonfirraro, Salvatore Forestieri, perchè ha saputo, egregiamente e perfettamente portare in vita la mia Marta, dandole un'immagine e una consistenza su carta stampata: Marta è di spalle, porta tra i lunghi capelli neri un fiocco rosso, fiocco che simboleggia l'amore violento, questo passato doloroso e feroce,che non a caso lei intende lasciarsi alle spalle, non ha infatti importanza conoscere il suo volto, lei rivolge lo sguardo oltre, dove cielo e mare si perdono all'orizzonte, mare dove Marta si rifugia, o come dico io, "va a perdersi per ritrovarsi", uno sguardo verso il futuro in prospettiva di una speranza di cambiamento.

Ma secondo te, come la protagonista Marta, perché molte donne tacciono e giustificano la violenza subita, convinte persino di essere nel torto e di meritare le percosse ?

E' davvero difficile comprendere perchè questo avvenga, ma purtroppo subentrano delle dinamiche psicologiche per cui il carnefice, annichilisce, annienta psicologicamente, attraverso violenza verbale e fisica la donna vittima, la isola dal mondo, dalla sua famiglia, riesce a far sì che si convinca che è lei a meritarsi tutto questo, che addirittura sia colpa sua se lui, perdendo la calma, le possa dare uno schiaffo, è lei che non servendo a nulla merita di essere denigrata giorno dopo giorno, picchiata e vessata, e semplicemente colpa sua se l'uomo che la ama le dimostra il suo amore con le botte, e si convince che quella è l'unica forma di amore che esista. Sono dei loop, dei circoli viziosi a livello psicologico, e ripeto, facile dall'esterno potere giudicare, ma vi assicuro che riuscire a trovare il coraggio di arginare questo scempio, e soprattutto riuscire ad uscirne viva è cosa assai ardua

Nel libro sembrano evidenti anche le accuse rivolte alla nostra società, tanto evoluta, ma non in grado di affrontarela violenza, e con delle leggi che non garantiscono la tutela delle vittime

Non essendo materia che mi appartiene e mi compete, ho voluto mettere in primo piano, nel mio piccolo, una critica velata nei confronti del nostro sistema e in generale della nostra società: l'incertezza di pena, l'infermità mentale, lo sconto di pena, e il reintegro, spesse volte sbagliato, di soggetti particolari come questi uomini violenti.

Ti sei fatta una idea su quale è la dimensione italiana del femminicidio rispetto agli altri paesi europei?

In Italia, siamo molto indietro a livello di legislazioni a tutela delle vittime di violenza, in merito allo stalking e tanto altro che riguarda questa materia, e i traguardi che si sono raggiunti appartengono solo all’altro ieri, giusto pochi anni fa, e mi viene, ad esempio, da pensare all’art.612 bis sullo stalking introdotto soltanto nel 2009.

Secondo te le politiche di uguaglianza sono utili alla prevenzione dei femminicidi e della violenza sulle donne in generale? E cosa altro andrebbe fatto?

Queste politiche sono utili, solo se messe veramente in atto, altrimenti tutto rimane vano.

Serve maggiore informazione, più centri anti-violenza, fondi a tutela di queste politiche: pensate a quante operatrici di questi centri, ad esempio, mettono la loro stessa vita a repentaglio per salvare altre donne. Ho avuto modo di sentire le storie di persone, avvocati o psicologhe, che hanno rischiato, insieme alle donne vittime, lungo il tragitto per trasportarle nelle case rifugio, senza l'assistenza spesso delle forze dell'ordine. Ho sentito storie da far venire la pelle d'oca, di politiche, sì esistenti, ma non messe in pratica, di donne che hanno trovato il coraggio di andare avanti e denunciare e non hanno ricevuto la giusta "protezione" da parte delle autorità competenti.

Che riscontri hai avuto dopo la pubblicazione del libro? Per te è anche importante che possa lanciare un preciso messaggio, che possa scuotere la coscienza di chi lo leggerà e magari anche trasmettere coraggio a donne che potrebbero immedesimarsi?

Premettendo che quando ho iniziato a scrivere non pensavo ad una eventuale pubblicazione, ma come ho detto più volte, scrivevo per sfogo personale, per cui il traguardo raggiunto con la Bonfirraro per me è stato un fulmine a ciel sereno. Dopo avere ultimato il mio lavoro, le persone a me vicine, leggendo il romanzo mi hanno spinta ad inviarlo alle varie case editrici, così che la storia di Marta potesse veicolare un messaggio necessario, seppur forte, ma di grande importanza e spessore sociale, e così è stato.

E' fondamentale parlarne e parlarne sempre, nulla è mai ridondante, mi è anche stato criticato il fatto di avere voluto parlare di violenza sulle donne, argomento già ben attestato, è come dire di non parlare più di droga, di stupri, di prevenzione e tanti altri temi.

Il mio libro, tengo a precisarlo non è femminista, ha un punto di vista femminile, quello di Marta, tratta di violenza sulle donne, ciò nonostante esiste anche la violenza sugli uomini, ed è proprio agli uomini che ho voluto rivolgermi, non solo alle donne; ho dedicato il libro a un piccolo ometto, mio nipote, Gioele, proprio per la prospettiva di un futuro migliore e diverso.

Oltre alla violenza ho voluto trattare altri temi, non di minor importanza: prevenzione del tumore al seno, adozione, violenza assistita, incertezza di pena, e tanto altro, avvicinandomi particolarmente al mondo femminile, a questo universo misterioso e fatto di tante fragilità, spesso celate per paura, per insicurezza, a questa grande forza che contraddistingue le donne, l'innata capacità di rialzarsi e ricominciare sempre nonostante le avversità, la mia Marta, come l'araba fenice che ho tatuato sulla mia pelle, muore più e più volte, fisicamente e interiormente, rinasce dal dolore, dalla sofferenza, perché anche in fondo al tunnel più buio c'è sempre uno spiraglio di luce e di positività. Siamo semplicemente DONNE!

Stai già lavorando a qualche nuovo progetto?

Sto continuando a scrivere, una nuova figura femminile sta prendendo forma tra le pagine del mio taccuino, si chiama Beatrice, una donna dal vissuto forte e intenso, ma nessuna anticipazione, ci rivediamo il prossimo anno per tutti gli aggiornamenti!

Per concludere, cosa suggeriresti alle nostre lettrici, riguardo l’autostima e il credere sempre in noi stesse, che sono indubbiamente i messaggi che si possono captarenel corso della lettura del tuo libro.

Parlatene, parlatene sempre, i silenzi creano vuoti devastanti, dentro e fuori. Nessuno, che sia uomo o donna, deve scalfire la vostra persona, la vostra personalità. Marta è un'adolescente, non si rende conto realmente di ciò che le sta accadendo, si affaccia alle prime relazioni sociali e lo fa con Paolo, diventa donna nella violenza, commette l'errore più grande, si aggrappa all'uomo che ama perdendo di vista se stessa.

Prima che donne, siamo essere umani, abbiamo una dignità, non permettete a nessuno di calpestarvi, di annientarvi psicologicamente, l'amore deve "arricchire" non "togliere".

Prima che amare gli altri, badate bene ad amarvi, ad amarvi sul serio, a volervi bene, non giustificate mai uno schiaffo, perchè al primo, vi assicuro arriverà il secondo e poi il terzo, e poi nulla sarà più come prima . Abbiamo "Solo una vita", VIVIAMOLA

Grazie ancora!!!! by Mariuccia

Grazie della tua intervista ....

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