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INTERVISTA: MANUELA COSTATINI, "passione per la cucina nasce come nasce un istinto naturale &qu


  • Da dove nasce la tua passione per la cucina? E Cosa ti ha spinto a partecipare aMasterChef?

La mia passione per la cucina nasce come nasce un istinto naturale: una curiosità innata per gli ingredienti mi ha spinta a pasticciare sin da piccolissima.

Ho deciso di misurarmi con l’iter per cercare di entrare a Masterchef perché negli ultimi due anni soprattutto ho passato molto tempo in casa a sperimentare e scrivere nuove ricette e sebbene trascorrere il tempo così in raccoglimento mi gratifichi molto, sentivo il bisogno non solo di condividere queste fatiche, ma anche di capire attraverso i pareri qualificati dei giudici se facevo bene a pensare di poter raccontare qualcosa.

Poi desideravo anche misurarmi in un contesto che sapevo piuttosto aggressivo per cercare di superare alcuni miei limiti, ho un carattere molto schivo e rifuggo il confronto acceso.

  • Sicuramente avevi guardato le precedenti edizioni. Nel viverlo da dentro l’hai trovata esattamente come si vede da fuori, o qualcosa ti ha particolarmente sorpresa?

Sono una fan del programma sin dalla prima edizione e l’ho trovato sempre emozionante perché mi sono immedesimata.

Quello che mi ha stupito nel viverlo e che non credevo possibile, è stato scordarmi praticamente subito delle telecamere, pensavo che mi avrebbero imbrigliato perché non sono abituata, invece ho trovato piuttosto naturale lo svolgimento della maggior parte delle prove che abbiamo sostenuto.

Mi ha stupito anche la mia reattività nell’inventare un piatto in due minuti una volta scoperto il tema della prova del giorno; paradossalmente, da casa, mi era capitato di sentirmi più titubante.

  • Hai dimostrato grande abilità nell’accostare elementi apparentemente slegati tra loro; ma anche hai questa grande fantasia nell’accostare i piatti a racconti. Come mai?

Sono molto curiosa e amo scoprire le potenzialità degli ingredienti lasciandoli esprimere in modi insoliti. Da qui forse l’accostamento con il racconto, da un lato per ricostruire e comunicare l’habitat della mia interpretazione e dall’altro per coinvolgere anche i bambini e stimolarli avvicinandoli a un interesse stupendo e sano, che è in primo luogo un mezzo per tramandare amore e cultura.

  • Nel "invention test” sei stata eliminata temporaneamente per il disguido dei panetti, e poi riamessa anche se definitivamente eliminata nel pressure test;come hai vissuto quei momenti?Vuoi dire qualcosa a riguardo? Alla maggior parte del pubblico, quella decisione è apparsa ingiusta nei tuoi confronti.

Quando sono stata espulsa dalla Masterclass per scorrettezza nei confronti degli altri concorrenti mi sono sentita sconfortata e impotente, perché in tutta onestà intellettuale sono stata tra i pochi concorrenti di questa edizione che ha sempre cercato di esprimere i propri punti di vista in ottica costruttiva, perciò uscire per quel motivo l’ho trovato beffardo. Quando sono stata riammessa a seguito di una visione meno parziale dei filmati ho provato delusione, perché mi sono accorta che una volta accertate le reali responsabilità, ai responsabili appunto non è stata applicata la medesima punizione inflitta a Marianna e me. Al pressure test ero molto scarica, è uno dei miei ricordi più sfocati di questa incredibile esperienza.

  • C’e’ qualcosa che ti è piaciuto cucinare di più o di meno? E quale dei quattro giudici secondo te ti ha capita e apprezzata di più?

Ho trovato molto stimolante la prova di pasticceria: preparare dei dessert con gli ortaggi protagonisti mi ha divertito molto. Mi è piaciuto moltissimo anche il pressure test a tema tapas. Non ho invece apprezzato la prova del piccione ripieno, perché il piccione per me è animale d’affezione (è molto intelligente e recettivo oltre che di compagnia).

Credo che il mio rapporto con gli ingredienti sia stato compreso dallo chef Barbieri.

  • Una curiosità che in tanti abbiamo:si intuisce che il programma mostri solo una sintesi di tutto quello che vivete in quelle settimane. C’è qualche retroscena inedito che ti piacerebbe raccontare? Come vivete con i ‘colleghi’ aspiranti cuochi fuori dall’occhio delle telecamere?

Ho un piccolo rammarico. All’inizio viene dato grande risalto al mancato apprezzamento della chef Klugman al mio piatto d’ingresso”La merenda del topo di campagna e del topo di città” e alla mia persona. Invece, prova dopo prova, mi sono sentita apprezzata e le successive risate ce le siamo fatte insieme, di gusto. Ci terrei che alle persone arrivasse questo messaggio.

Con alcuni concorrenti si è creato un rapporto di amicizia che non credevo possibile, invece questa è la dimostrazione di quanto le passioni possano unire persone di età differenti e dai background diversissimi. Penso che questo sia il valore più importante che questa esperienza mi abbia lasciato, perché Masterchef finisce, così come anche il risalto mediatico. La passione per la cultura del cibo e l’amicizia invece restano.

  • A parte la cucina, hai qualche altra grande passione o hobby ? Raccontaci un poco di te

Mi piace moltissimo leggere, scrivo, dipingo e realizzo bijoux di gusto eclettico e di grandi dimensioni. Giro per mercatini delle pulci, colleziono complementi d’arredo e ceramiche vintage anni ’50 e ’60.

  • Spaziodonna/notonly dreams è un contenitore che si occupa di dare spazio alle donne artiste in vari campi. Cosa ti senti di dire alle giovani che hanno una passione, che siano musicali, cinematografici o nel campo della cucina come nel tuo caso. C’è una ‘ricetta’ per credere nei propri sogni?

A tutte le persone che hanno una passione suggerisco con tutto il cuore di non far dipendere la consistenza del loro sogno dal riscontro degli altri e di non farsi scoraggiare dai primi no.

Mi è capitato in passato di non ricevere i migliori consigli anche da chi mi vuole bene in maniera disinteressata, perché questi erano più per la loro tranquillità che per il mio bene.

Ma ho avuto la possibilità di capirlo ed affrancarmi solo in tempi recenti.

A volte le persone ci dicono di no perché non hanno tempo o voglia di prenderci in considerazione se non siamo mappabili in due secondi e se non abbiamo ancora una identità molto definita. Però quando si ha il ruolo per giudicare, penso si abbia anche la responsabilità di non ferire, perché non tutti hanno un carattere forte e giudicando incontrovertibilmente si può fare del male.

  • Quale è il tuo rapporto con i social e pensi siano oggi indispensabili per emergere?

Uso i social da anni, in particolare Instagram che mi diverte molto e che preferisco a FB che ha un’impostazione che permette di indulgere troppo nell’autoreferenzialità. Non credo siano indispensabili per emergere ma aiutano, indispensabile è avere qualcosa da dire e saperlo esprimere con positività.

  • Quali sono i tuoi progettie ‘sogni nel cassetto’ per il futuro?

Nel breve brevissimo mi piacerebbe riuscire a pubblicare lo stesso il mio libro di cucina.

GRAZIE PER L'INTERVISTA !


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